[relitti] Laura C., immersione del 20 agosto 2006

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 27/9/2010, 19:32
Avatar

Ammiraglio Stellare

Group:
Administrator
Posts:
872

Status:


LAURA COUSELICH

troupe video efp engLa prima volta che vidi il relitto della Motonave "Laura C." rimasi scioccato poichè sapevo fosse la prima immersione profonda ed altamente tecnica, della mia vita. Ricordo che il cuore mi batteva forte, avevamo pianificato tutto, l'ora, il punto la partenza e fatto tesoro delle poche informazioni a nostra disposizione circa la sua posizione ed il collocamento sul fondo, ma non avevo ancora fatto i conti con l'emozione, che può suscitare un relitto di dette proporzioni.


Giunti sotto al cavalcavia della S.S.106 ionica, nei pressi dell'O.G.R. di RC, guardavo il mare calmo, il sole, sentivo solo le nostre voci a rompere il silenzio, lo sfiato degli erogatori e poi in mare pinneggiando per venticinque metri circa dalla costa e poi l'ok. tutti in discesa quasi fossimo i primi, pionieri alla ricerca di chissà quale inesplorata scoperta.

La Storia

Reggio Calabria, il 3 luglio del 1941 la motonave “Laura Couselich”, salpata dal porto di Venezia e diretta in Africa per rifornire le truppe italiane, incrociò sulla sua rotta il sommergibile inglese “Upholder” che, silurandola, l’affondò. La nave “Laura Couselich”, ribattezzata “Laura C”, nel giro di pochi minuti, si adagiò sul fondale sabbioso antistante il litorale di Saline Joniche. L’andamento scosceso del fondale in quel tratto di mare porta ad elevate profondità a pochi passi dalla riva, tanto che, oggi come allora, in questi luoghi è facile raggiungere i –50 metri di profondità partendo, da terra.
Siamo in provincia di Reggio Calabria, capo d'armi, confine meridionale dello Stretto di Messina, è qui che è affondata la Laura C, verso la fine del secondo conflitto mondiale ed è qui che è nata una delle tante storie di mare, triste e ricca di colpi di scena che hanno avuto ripercussioni fino ai giorni nostri.
La nave per le sue peculiarità, venne confiscata dalla marina militare per i propri scopi legati al conflitto bellico in corso, le operazioni di carico delle stive vennero completate dopo sei mesi di lavoro. riempite di una quantità enorme di merci destinate alle truppe italiane impegnate in Africa, quali: farina, stoffe, macchine da cucire, biciclette per i bersaglieri, profumi, inchiostro, china, farina, coltelli, vino, Campari, birra Dreher e Italia, Fernet Branca, ricambi per autoveicoli, medicinali, conserve, cavi per linee telefoniche, etc. Tra tutte queste cose vennero nascoste in maniera pressoché casuale (almeno all’apparenza) armamenti di ogni tipo quasi come se ogni piccolo spazio fosse buono per inserire proiettili e munizioni di tutti i calibri, ed un enorme carico di tritolo, circa 600 tonnellate, che venne sistemato in tutta la terza stiva posteriore. Questa collocazione del carico bellico appare a molti anomalo rispetto ai metodi militari.
La tragedia si consumò Alle 11,45 del 3 luglio 1941, durante il transito obbligato lungo le coste di Saline Joniche, ora in cui l’Upholder lanciò i due siluri contro la nave che per sua fortuna, fu colpita al centro dello scafo in prossimità del carico di farina che ne attutì il colpo evitando danni enormi.
L’opera di recupero del carico delle stive venne affidato a due Palombari che lavorarono sulla nave per parecchi anni. Uno, Salvetti, morì durante il recupero stesso e mentre l’altro, Todaro, a fine lavoro si sposò e si stabilì a Saline. E’ morto a distanza di sessant’anni esatti dall’affondamento all’età di 88 anni. Con lui se ne sono andati gran parte della storia, delle notizie e dei segreti custoditi nella Laura C.
Quel carico è stato oggetto di razzia da parte di molti subacquei e non, che non rispettando i divieti imposti dalle autorità locali, si
immergevano in quel sito.


La mia esperienza

troupe video efp eng Fu così che, metro dopo metro, a circa -30mt ci imbattemmo nell'albero centrale che maestoso si ergeva al cielo e d'improvviso la grande sagoma della nave affondata, fino ad arrivare alla base del pennone sul ponte della maestosa motonave.
La prima impressione del "mostro" desta in me una sensazione di morte, di tempi passati, speranze infrante e vite spezzate, mentre il silenzio e la sabbia facevano da scenario quasi come fosse un mausoleo. Poi d'improvviso la meravigliosa flora marina, soprattutto sui fianchi ove padroneggiavano le spugne colorate i polipi, gli anemoni ondeggianti pronti a rientrare alla minima vibrazione, e le incrostazioni, brulicavano di vita; tuttintorno la fauna ricca di varietà e specie cromaticamente sbiadita dall'attenuazione della luce ci avvolge. Una cernia, di grossa taglia, si allontanava alla nostra vista per poi posarsi sul fondo ad osservarci incuriosita.
cominciavamo così la discesa da metà relitto, avevamo sbagliato la traiettoria di qualche metro più a sud, ma l'importate era averla trovarla.
Giunti a -40mt circa, lieve giramento di testa risalgo un pò...va meglio; davanti a me si presentavano delle aperture con scale e boccaporti che incurioscono ed allo stesso tempo mi rendevano nervoso, per il fatto che molta sospensione si sollevava al nostro passaggio. Dalle stive centrali estraevo una boccetta di inchiotro che ancora conservo. cerco di calmare i battiti del cuore, tutto ok... proseguiamo il viaggio fino ai -50mt circa, laddove, dopo un breve sguardo al computer ed un cenno d'intesa con gli altri, effettuavamo l'ultima discesa fino a -54mt... reti di profondita impignliate e corde di grosso spessore nonchè vari pezzi giacevano li sul fondo, la biodiversità comincia a scemare l'ambiente è povero di colore e vita, la poca visibilità e l'aria residua nelle bombole ci impedivano l'ulteriore permanenza, per cui la lenta risalita che inaspettatamente ci permetteva di ammirare il meraviglioso colosso in tutta la sua magnificenza, fino ai -20mt circa, per poi arcorgerci che la prua rimane insabiata e pertanto inesplorabile.
Oggi la Nave “Laura C.” riveste un ruolo importantissimo nell’antropizzazione e nello sviluppo della biodiversità di quel tratto del fondale ionico, in quanto diventata come tutti i relitti la dimora di tantissime specie animali e vegetali.
Vorrei ripetere quella bellissima esperienza, ma i divieti ne impediscono tale attività. Mi auguro che si possa fare qualcosa, non trovo giusto doverlo fare clandestinamente, e spero affinché la "Laura C" possa nuovamente tornare ad essere uno dei relitti visitabili dai subacquei, per le generazioni future e per noi nostalgici.


per rende meglio l'idea...


Curiosità, avvenimenti e fatti correlati

Non è un segreto che la "Laura C." trasportasse oltre 5.700 tonnellate di merce e materiale vario. Tra questi circa 1.500 tonnellate di tritolo.
Per anni il relitto giace senza problemi sul fondo del mare. Molte sono le visite dei sub. Ma non tutte legali. Sembra che ‘ndranghetisti e mafiosi si rifornissero del materiale esplosivo della nave. Ovviamente non per scopi umanitari.
troupe video efp engNel 1995 i carabinieri del Ros di Reggio Calabria avviano un’inchiesta, in seguito alla quale emergono verità inquietanti. Infatti la Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria avanza l’ipotesi che il tritolo della Laura C fosse stato impiegato per le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Gli attentanti che hanno ucciso Falcone e Borsellino, giudici scomodi per Cosa Nostra.
La mafia, colpita dalla legge, decide di agire. In collaborazione con la ‘ndrangheta, ovviamente. Dalle dichiarazioni di alcuni pentiti ( Vincenzino Calcara, Emanuele Di Natale e Carmine Alfieri) emerge che la criminalità calabrese regalasse alla mafia, alla camorra e alla Sacra Corona Unita panetti di tritolo. Provenienza? La Laura C. Perché non approfittare di esplosivo, per giunta gratis?
La Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria inizia subito le indagini in collaborazione con il Sisde. La nave potrebbe essere un deposito sicuro al servizio della criminalità organizzata. Purtroppo le piste non portano da nessuna parte. La tesi viene quindi abbandonata. Mancano le prove. Tuttavia la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria vieta a chiunque di avvicinarsi al relitto. Ma il tritolo fa gola. Anche troppo. Ecco perché si affaccia l’idea di recuperare il materiale. Il progetto è pericoloso. Così nel 2001 il Genio Militare per la Marina decide di “neutralizzare” il materiale esplosivo. Come? Cementificando le stive. Con le sue 1.500 tonnellate di esplosivo. Ma è necessario trovare un metodo sicuro che salvaguardi la zona costiera di Saline Joniche. I lavori iniziano nel 2002, quasi un anno dopo. L’appalto è stato affidato a una società napoletana: la Cormorano Srl. L’operazione si svolge in 150 giorni. Costa solo 3 miliardi e 800 di vecchie lire.
Nel marzo 2004 il Ministero della Difesa approva l’idoneità e la sicurezza dello scafo.
I sub possono quindi scendere nei fondali e visitare il relitto. Ma il 6 ottobre 2006 accade l’irreparabile. Domenico Racaniello, un sub barese, perde la vita. Secondo il rapporto dei Vigili del fuoco, il corpo dell’uomo sarebbe rimasto impigliato nelle cime della nave. La Capitaneria di Porto ordina quindi il divieto di immersione e pesca subacquea nello specchio di mare che custodisce la Laura C. Dopo pochi mesi l’ordinanza viene abrogata. La Capitaneria permette le immersioni. Ma solo a scopo scientifico.
Peccato che nel periodo compreso tra il 1995 e i primissimi mesi del 2004 molti sub abbiano visitato la Laura C. Eppure esiste un divieto di immersione. Ma agli ‘ndranghetisti non interessa. Il tritolo è più importante. Ecco perché in una delle visite qualcuno ha trafugato del tritolo. Qualcuno ha pianificato un attentato ai danni del sindaco.
Così emerge dalle indagini della DDA reggina. Il 6 ottobre 2004 il Sismi segnala la presenza di tre panetti di tritolo nascosti in un bagno di Palazzo San Giorgio. Per gli inquirenti si tratta di attentato intimidatorio. È necessario mettere paura al sindaco per potere influenzare il suo operato.
Nella primavera 2004 la Direzione Distrettuale Antimafia e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria portano a termine l’operazione “Bumma”. Al centro della vicenda c’è Gaetano Evoli, elemento di spicco della cosa Iamonte operante nel territorio di Melito Porto Salvo. Sembra che la ‘ndrina trafficasse cospicui quantitativi di materiale esplosivo, come tritolo e plastico. Grazie all’infiltrazione degli uomini della Finanza, la DDA di Reggio Calabria è venuta a conoscenza delle modalità per il reperimento del materiale esplosivo. Trafugato dalla Laura C.
Sempre nel 2004 tra agosto e settembre i carabinieri di Melito Porto Salvo e di Reggio Calabria ritrovano panetti di tritolo rispettivamente sotto il ponte Molaro e sul greto del torrente Sant’Elia. Anche in questo caso provengono dalle stive dalla Laura C. Perché il materiale è stato trasportato così lontano dalla nave? È stato il mare? O forse gli ‘ndranghetisti? Il tritolo è forse una merce di scambio? Se si con chi? Le domande sono rimaste senza risposta.
Nonostante tutto le ‘ndrine hanno scoperto la loro santabarbara. Hanno a disposizione un enorme quantitativo di materiale esplosivo. Da vendere o da usare. Sempre per scopi illeciti.
Ma a questo punto sorge un dubbio: se la ‘ndrangheta nel 2004 ha usato l’esplosivo della Laura C, non è probabile che l’abbia fatto anche nel 1995?


Edited by Francesco I. - 28/9/2010, 12:39
 
Top
view post Posted on 28/9/2010, 12:24
Avatar

Ammiraglio Stellare

Group:
Administrator
Posts:
872

Status:


DATI TECNICI E LOCALIZZAZIONE
SPOILER (click to view)
Longitudine: 15.70718765258789
Latitudine: 37.93593923022906
Tipo di immersione: TECNICA
Esperienza: Avanzata Relitto Profondo
Profondità minima: -18.00 mt.
Profondità massima: -55.00 mt.
Profondità media: -30.00 mt.
Visibilità: Buona
Corrente: Media
Accesso: Spiaggia / Barca
Vita marina:
Cernie e Dotti, Anthias (Anthias anthias), Saraghi (Diplodus sp.), Castagnole (Cromis cromis), Gamberetti (Pleionska narval), pesce luna, rana pescatrice, gronco.


Edited by Francesco I. - 4/10/2010, 15:34
 
Top
1 replies since 27/9/2010, 19:32   331 views
  Share